La digitalizzazione degli appalti pubblici nel Codice dei contratti e nel PNRR
Il nuovo Codice dei contratti pubblici e il PNRR – attraverso la riforma “Recovery Procurement Platform” (e in particolare la milestone M1C175) – pongono al centro dei propri obiettivi la digitalizzazione degli appalti pubblici: una vera e propria “rivoluzione” del sistema di procurement nazionale che aumenta la qualità e l’innovazione dei servizi offerti ad amministrazioni e imprese.
Dal 1° gennaio 2024, con l’entrata in vigore delle norme specifiche previste dal Codice sulla “digitalizzazione del ciclo di vita dei contratti”, gli appalti pubblici sono, infatti, interamente digitali. Ciò significa entrare in una dimensione digitale e immateriale di tutte le fasi del processo di acquisto: programmazione, progettazione, pubblicazione, affidamento, esecuzione e accesso alle informazioni e agli atti di gara.
Le amministrazioni possono acquisire beni servizi e lavori esclusivamente attraverso strumenti digitali, in un sistema integrato di piattaforme e banche dati centralizzate fra loro interoperabili. Il Codice lo definisce “Ecosistema nazionale di approvvigionamento digitale (e-procurement)” ed è costituito da piattaforme e servizi digitali infrastrutturali (Banca Dati Nazionale Contratti Pubblici e i servizi per l’interoperabilità messi a disposizione da ANAC), piattaforme di e-procurement “certificate” sulla base di apposite regole tecniche comuni definite da AgID, utilizzate dalle stazioni appaltanti (tra cui quella di Consip SpA) e piattaforme di interoperabilità, scambio e riuso di informazioni (come quella resa disponibile da PagoPA S.p.A.).
L’interoperabilità tra le piattaforme certificate e i servizi infrastrutturali centralizzati rappresenta il presupposto per la comunicazione elettronica, lo scambio automatizzato e il riuso dei dati tra le pubbliche amministrazioni – con un aumento dell’affidabilità delle informazioni, una riduzione degli errori e di conseguenza dei costi – nonché per la piena applicazione del principio “once only”, secondo il quale dati e documenti devono essere forniti alla Pubblica Amministrazione una sola volta e riutilizzati quando necessario.
L’obiettivo ultimo è assicurare massima trasparenza, speditezza e semplificazione nell’assegnazione e gestione dei contratti pubblici, con l’obiettivo di aumentare l’efficienza del sistema e garantire una maggiore efficacia dell’azione amministrativa.
Le novità per la Piattaforma Acquistinrete
Tra i soggetti che dal 1° gennaio sono abilitati ad operare sul nuovo sistema - c’è www.acquistinretepa.it, la più grande piattaforma nazionale per gli acquisti pubblici, gestita da Consip SpA per conto del Ministero dell’Economia e delle Finanze, attraverso la quale nel 2023, sono stati effettuati oltre 25 miliardi di euro di acquisti, pari all’1,3% del PIL, con oltre 500mila contratti stipulati tra 140mila imprese - il 97% Piccole e medie - e 13.500 amministrazioni pubbliche.
Dal 1° gennaio 2024 anche per Acquisti in rete PA ci sono diverse novità, frutto del processo di adeguamento alle novità introdotte dal Codice dei contratti e all’attuazione dei progetti previsti dalla milestone M1C175 nell’ambito del PNR. In sintesi:
- Nuove modalità di autenticazione, con l’abbandono di utenza e password per l’accesso alla piattaforma di e-procurement e l’adozione esclusiva di SPID (anche ad uso professionale), CIE e, per gli utenti appartenenti agli altri Stati membri della Comunità Europea, le funzionalità del nodo eIDAS italiano (FICEP)
- Interoperabilità tra la piattaforma di e-procurement e i servizi centralizzati offerti da ANAC attraverso la Piattaforma Contratti Pubblici (PCP), che concentra i servizi precedentemente erogati da diversi soggetti / sistemi: il Servizio Contratti Pubblici (SCP), la Gazzetta Ufficiale (GURI), la pubblicità a livello comunitario (eForm), la gestione dello European Single Procurement Document (ESPD) e soprattutto Simog e SmartCig, per l'erogazione del CIG e il monitoraggio del ciclo di vita dei contratti
- Disponibilità del Fascicolo di gara all’interno delle singole procedure che garantisce ad amministrazioni e imprese l’accesso costante alla documentazione di tutte le fasi dell’appalto, dalla pubblicazione fino all’esecuzione del contratto
- Accesso al nuovo Fascicolo Virtuale dell'Operatore Economico (FVOE) che – anche in questo caso grazie all’interoperabilità con la Piattaforma Contratti Pubblici (PCP) – diventa lo strumento da utilizzare per lo svolgimento dei controlli sul possesso dei requisiti di partecipazione
- Disponibilità di una funzione per la configurazione (da parte della stazione appaltante) e la compilazione (da parte dell’operatore economico) del DGUE - Documento di Gara Unico Europeo.
Al centro di questa “rivoluzione” c’è la figura del Responsabile Unico del Procedimento (RUP) che all’interno delle singole procedure di gara ha a disposizione una nuova sezione per gestire la comunicazione con i sistemi ANAC e attraverso la quale può svolgere tutte le attività connesse all’appalto pubblico digitale.
Dal 1 gennaio, dunque, le stazioni appaltanti possono utilizzare la piattaforma Acquisti in rete PA per redigere o acquisire tutti gli atti relativi alle procedure di pubblicazione e affidamento, trasmettere dati e documenti alla BDNCP e ottenere il Codice identificativo gara (Cig), richiedere la pubblicazione delle procedure indette sulle Gazzette Ufficiali, aprire, gestire e conservare il Fascicolo di gara, accedere al Fascicolo Virtuale dell’Operatore Economico (FVOE) per i controlli sui requisiti di partecipazione delle imprese, consentendo dunque la piena compliance alla nuova normativa.
Gli strumenti di supporto
Per supportare gli utenti nella transizione verso le nuove modalità di lavoro, attraverso il portale Acquistinrete sono stati messi a disposizione una serie di approfondimenti e materiali di supporto: